Dopo le elezioni, anche quelle del sindacato, si sa, hanno vinto tutti.
Così nei due giorni successivi ai risultati elettorali tutti si sono affrettati a scrivere del loro successo. Anche quelli che, dopo aver fabbricato e diffuso menzogne per 4 anni, hanno perso.
Noi di Stampa Democratica presentiamo fatti e numeri. Abbiamo 560 elettori professionali, il 10% in più (50 elettori in più) rispetto a 4 anni fa, quando peraltro eravamo candidati insieme ad un’altra lista, mentre stavolta ci siamo presentati da soli.
Nessun’altra lista ha questi numeri sui professionali. Noi abbiamo il doppio dei voti di giornalisti professionali rispetto alla seconda lista in campo.
Un giornalista ogni tre che ha partecipato al voto ha scelto di votare per Stampa.
Questo significa che più di ogni altra componente rappresentiamo i colleghi. I quali si fidano di noi. E questo alla faccia di chi, per quattro anni, e soprattutto negli ultimi mesi preelettorali ci ha infangato con ogni sorta di menzogne.
Hanno detto che eravamo venduti e collusi, che eravamo dalla parte delle aziende in casi come quello di Panorama, che eravamo incompetenti e perfino – ultima trovata di chi si ritiene (ex) grande firma – che non siamo veri giornalisti.
I fatti, anche qui, parlano per noi. Dal procedimento ex art 28 che la Lombarda ha avviato contro la Mondadori, alla nostra esperienza di lavoro pluridecennale in testate grandi e meno grandi, dalla competenza esercitata con umiltà – e non saccenza – con cui abbiamo assistito i colleghi, al fatto che per gli incarichi nel sindacato non abbiamo mai preso un euro, rimettendoci soldi e carriera.
I nostri detrattori mentivano. I colleghi, invece, hanno capito. Così siamo la lista più votata, all’interno di una maggioranza federale che ha anch’essa aumentato i consensi.
Un’analisi meriterebbero i “collaboratori”, di cui presto riparleremo. Per ora osserviamo che la lista unitaria di Stampa Democratica, Nuova Informazione, Non Rubateci il Futuro e Impegno Sindacale Unitario ha conquistato 3 seggi con 69 voti su un totale di 250 (quasi 3 votanti su 10) e che i tre colleghi eletti sono tutti stati indicati da Stampa Democratica.
Infine, rivendichiamo un altro risultato per la categoria, quello di avere portato il sindacato di nuovo in piazza, nelle manifestazioni, nei presidi, davanti alle redazioni. Di avere coinvolto tanti giornalisti, tanti Cdr, tanti fiduciari: molti di loro infatti si sono candidati nella nostra lista, portando idee nuove e nuovi punti di vista. La partecipazione al voto è aumentata di molto.
Molti hanno votato per noi, moltissimi per la maggioranza federale, alcuni per le cosiddette opposizioni. Ma l’aumento della partecipazione è comunque in dato positivo, che ci fa ben sperare perché è indice di un sindacato più vivo. Quello che noi di Stampa Democratica abbiamo gestito e voluto.
#InsiemePossiamo