Il sindacato dei giornalisti, che a febbraio si appresta a svolgere il proprio Congresso a Riccione e, in quella sede, a scegliere il suo nuovo gruppo dirigente, ha di fronte a sé sfide e impegni molto gravosi. È questo un momento straordinariamente pesante per la categoria, che richiede, se si vuole affrontarlo con la necessaria lungimiranza, disponibilità al confronto, ricerca di convergenze nelle opinioni e nella progettualità, rispetto dei principi e dei valori condivisi.
Questa visione è emersa chiaramente, la scorsa settimana, nel dibattito in seno alla Giunta Esecutiva e al Consiglio Nazionale che si sono tenuti a Roma. Ma ancor di più nella riunione dell’attuale maggioranza, che si è svolta nel tardo pomeriggio di martedì 13 dicembre, durante la quale alcuni di noi hanno voluto sottolineare l’enormità dei problemi che saremo chiamati ad affrontare. Eccone alcuni: come faranno le associazioni regionali e la federazione a far quadrare i conti dovendo rinunciare ai contributi dell’Inpgi, e in prospettiva a quelli di Casagit? Come farà il sindacato a non farsi scippare gli iscritti dai confederali, che dispongono della struttura dei patronati cui rivolgersi nei rapporti non facili con l’Inps? Come fronteggeremo la politica su temi drammatici come il crollo dell’occupazione e il tracollo del sistema industriale dell’informazione nel Paese? Come modificheremo i nostri Statuti? Cosa faremo insieme all’Odg per la definizione della professione e la riforma della legge 69? Quale potrà essere il grimaldello per avviare una efficace contrattazione nella pubblica amministrazione? Quali risorse possiamo investire nella formazione sindacale di cui tutti, dai dirigenti di giunta ai praticanti passando per i cdr, hanno un gran bisogno?
Abbiamo ribadito che su questi temi ci si dovrà confrontare, insieme, per poi individuare un gruppo dirigente capace e ben costruito al cui interno individuare Segretario e Presidente da eleggere al Congresso.
Era parso che tutte le anime di questa maggioranza convergessero su questa modalità. Anche la componente Controcorrente, che per bocca della sua portavoce, la collega Alessandra Costante, tra le altre cose ha affermato: ” … certo, di quei temi dovremo parlare in maggioranza a gennaio, chiusa la tornata elettorale, e quello è il percorso verso il Congresso…”.
La laconica comunicazione che mercoledì 14 dicembre – a nemmeno 24 ore da questi fatti – è stata diramata dal gruppo Controcorrente, con la quale si informa la categoria che quella corrente sindacale ha scelto la stessa Alessandra Costante come candidata alla Segreteria generale (sostituendola nel frattempo con Matteo Naccari al ruolo di portavoce di componente) attesta l’esatto contrario.
L’evidente forzatura della formalizzazione di una scelta di parte – avvenuta tra l’altro a urne aperte, con realtà territoriali che non avevano ancora terminato di scegliere i propri rappresentanti al Congresso – mostra molto bene quale sia l’atteggiamento di chi si definisce “la forza di maggioranza relativa”. E contraddice lo spirito che, in origine, doveva essere alla base del progetto politico di Controcorrente, cioè “superare” le componenti. Un progetto che a quanto pare fa molta fatica a decollare: su un tema delicato come il futuro del sindacato e le sue sfide, poche domande, pochissimo dibattito sui contenuti, ma la scelta , unilaterale, di un nome.
Non ci pare il passo giusto con cui cominciare il cammino verso il Congresso di Riccione.
Noi vogliamo che il sindacato dei giornalisti invece sia in grado, in un percorso di confronto democratico, di valutare insieme non solo i temi e le progettualità sul tavolo, ma anche tutte le disponibilità per la prossima guida del sindacato stesso, e ci impegnamo perché questo sia il percorso condiviso.
Guido Besana, Beppe Ceccato, Anna Del Freo, Monica Forni, Pino Nardi, Paolo Perucchini, i colleghi di Insieme per la Subalpina