Inpgi: Conte gela la garanzia pubblica. “La legge vieta contributi diretti e indiretti”

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Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

In tema Inpgi, da oggi le chiacchiere stanno a zero. Altro che garanzie pubbliche! L’unica strada percorribile è un confronto serio tra governo e categoria che abbia come punti focali l’allargamento della platea contributiva attraverso il coinvolgimento dei comunicatori e la battaglia al precariato attraverso il giusto equo compenso.

A dirlo, in modo chiaro, è stato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aprendo la tradizionale conferenza stampa di fine anno. Conte ha risposto alle sollecitazioni del presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, che nel suo saluto, toccando i temi della categoria, ha voluto perorare l’ipotesi della “garanzia pubblica”.

In diretta Tv, Conte ha gelato qualsiasi ipotesi di garanzia pubblica: “La legge vieta che ci siano contributi diretti o indiretti”. L’unica via per salvare l’Inpgi è quella di ampliare la platea dei contribuenti con comunicatori e lotta al precariato. La strada che il sindacato, o meglio la maggioranza che governa il sindacato dei giornalisti, da tempo sostiene.

Ecco di seguito il messaggio del premier Conte sui temi del mondo dei giornalisti.

QUERELE BAVAGLIO

“Il tema delle querele bavaglio è tutt’ora all’ordine del giorno del Parlamento. Ci sono varie iniziative parlamentari ed è giusto che ora si trovi una formula di sintesi per portarle avanti. Il governo è disponibilissimo a fare la sua parte e a dare il suo contributo sul tema”.

GIORNALISTI MINACCIATI

“Su iniziativa della ministra Lamorgese e del sottosegretario Martella, è stato riattivato l’Osservatorio sui cronisti minacciati. È una questione che seguiamo con grande attenzione: dobbiamo far sentire la solidarietà delle istituzioni a chi si ritrova a svolgere la professione giornalistica sotto minaccia”.

CARCERE AI GIORNALISTI

“La Corte Costituzionale ha dato un anno di tempo al Parlamento. Il Governo cecherà di offrire il suo contributo affinché si possa legiferare sul punto. Occorre trovare un punto di equilibrio tra un diritto, una libertà essenziale di ogni democrazia, ovvero la libertà di manifestazione del pensiero, e quelli che sono allo stesso modo diritti di pari rango costituzionale: il diritto all’onore e alla reputazione, alla riservatezza, alla identità personale. Bisogna costruire su questo equilibrio il punto di sintesi legislativa, cercando di non compromettere in nessun modo la libertà di svolgere la professione giornalistica”.

EQUO COMPENSO

“Il sottosegretario Martella ha riattivato la commissione sull’equo compenso. È una questione molto complicata: nella professione giornalistica, complice anche le difficoltà di un scenario macroeconomico e imprenditoriale che rende sempre più complicato l’esercizio della professione, si sta diffondendo sempre più la fascia del precariato. Questo si ripercuote anche sulle tensioni finanziarie dell’Inpgi”.

FUTURO DELL’INPGI

“Sono ormai quattro anni che conosciamo l’esistenza di tensioni finanziarie. Per risolvere i problemi auspichiamo che si allarghi la base della platea anche contributiva ai comunicatori e in questo modo, anche con una riduzione dei costi, si riesca a costruire in prospettiva un equilibrio finanziario ed economico. Equilibrio che possa consentire all’Inpgi di poter camminare con le gambe proprie. Anche perché la legge, lo ricordo, vieta che ci siano contributi diretti o indiretti”.

CRISI DEL SETTORE

“C’è la massima attenzione del Governo. Abbiamo dato anche segnali concreti su specifiche crisi. Penso, per esempio, alla questione delicata della Gazzetta del Mezzogiorno e di altre realtà editoriali e testate giornalistiche in difficoltà. Cerchiamo sempre di dare supporto alle situazioni difficili, anche se nei limiti del quadro di compatibilità normativa”.