Fondo complementare: tutti i comparti in rialzo

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Il lungo termine +6.31%, il medio termine +4,39%, Garantito +1,53


È fondamentale ritrovare il clima di collaborazione tra giornalisti e editori

In un annus horribilis sotto molti punti di vista, buone notizie finanziarie arrivano dal Fondo Complementare che ha chiuso  il 2020 con dati in rialzo per tutti i comparti. Ecco nel dettaglio:

Breve termine                                  +0,02%

Garantito                                           +1,53%

Medio  termine (ex prudente)   +4,39%

Lungo termine (ex mix)               +6,31°%

Dati che  rappresentano un risultato ragguardevole  conseguito in un anno iniziato nel modo peggiore. Causa effetto pandemia sui mercati,  a marzo  il prudente perdeva oltre il 5% e il Mix quasi l’8%. Chi si fosse mosso in primavera preoccupato da questi dati avrebbe commesso un grave errore. Come ripetiamo da sempre occorre guardare al Fondo con una prospettiva di lungo periodo senza allarmarsi per le oscillazioni mensili .

All’inizio del nuovo anno vogliamo però anche sottolineare che se il Fondo giornalisti va bene lo deve all’attenta e oculata gestione iniziata negli  ultimi mandati orientata, prima di tutto, al buon senso e alla salvaguardia dell’interesse collettivo. Sono state prese decisioni e ottenuti risultati mantenendo sempre fermo questo punto, lasciando che non prevalessero mai interessi di parte o fini prettamente politico-sindacali, evitando di trasformare il Fondo  – che gestisce, di fatto, i risparmi per la costruzione della seconda gamba pensionistica dei  giornalisti – in un agone fine a se stesso con possibili e dannosi effetti boomerang.

Il nuovo corso, iniziato dopo le elezioni di due anni fa,  purtroppo, non sembra più improntato allo stesso spirito. Occorre che la nuova direzione sappia incardinare con maggiore puntualità ed efficienza i provvedimenti portati in Cda, ma occorre ritrovare anche lo spirito di collaborazione tra editori e giornalisti che fu alla base della grande svolta degli anni 2013-2015 che ha portato ai risultati odierni. Per questo insieme a tutta la componente giornalistica abbiamo votato contro l’elezione del nuovo direttore generale ma, una volta eletto, non abbiamo condiviso il ricorso alla via legale contro tale nomina promossa dagli altri 4 colleghi giornalisti:  la via della collaborazione è d’obbligo in un ente paritetico. Siamo convinti che si debbano scongiurare passi falsi o, peggio, salti nel buio, pur sapendo che margini di miglioramento e innovazione non manchino e vadano sempre ricercati.

Vogliamo insistere su questo punto perché, nelle ultime settimane, abbiamo assistito ad attacchi e a critiche alla gestione del fondo da parte degli altri quattro colleghi giornalisti che ci hanno sorpreso. E’ troppo comodo occupare tutti i posti di comando: la vice presidenza e la presidenza delle due commissioni,  patrimonio e comunicazione e poi denunciare ritardi e rinvii.  Questo dimostra solo l’incapacità di gestire i provvedimenti e  il loro iter di approvazione.  

Quando è stato necessario sostituire o cambiare qualcosa lo abbiamo fatto ma quando una squadra e una struttura funzionano, perché cambiare? Così, con buona pace di chi si è presentato due anni fa con l’intento di “togliere la sabbia dagli ingranaggi” del fondo, sono stati confermati la funzione finanza, il risk manager; i gestori dei fondi, la banca depositaria, il controllo interno, la convenzione per le rendite.

Queste sono le strutture che contano per garantire il secondo pilastro pensionistico e che anche in un difficile 2020 hanno garantito risultati ottimi.  Il resto lo lasciamo alla propaganda. 

Alessia Marani  Consigliere di Amministrazione

Enrico Castelli  Consigliere di Amministrazione