Il bilancio del Fondo Complementare

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Aiutato dal buon andamento dei mercati il Fondo Complementare dei Giornalisti ha ottenuto nel corso del 2013 risultati positivi nelle sue quattro linee di investimento. E’ da questi dati che vogliamo partire nel nostro viaggio che vuole rappresentare una finestra aperta su uno strumento che diventerà sempre piu’ importante soprattutto per le giovani generazioni.

di Enrico Castelli – Rai, Cda Fondo Complementare dei Giornalisti

Prima di addentrarci nei dati occorre premettere che stiamo evidentemente parlando di medie  che potrebbero differire nei singoli casi personali i quali  dovranno inevitabilmente tener conto esattamente dell’ammontare del risparmio investito, del periodo di entrata nel singolo comparto e/o cambiamento del medesimo nel corso dell’anno.

Dunque ecco i dati del 2013

Comparto           performance                 media fondi negoziali

Garantito                 3,8                                          2,6

Prudente                 6,6                                          5,7

Mix                         12,9                                          8,8

Crescita                 16,8                                        12,7

Si tratta di dati molto positivi, largamente migliori alla crescita del Tfr che si è limitato ad un incremento medio dell’1.9%. Risultati  che hanno allontanato le  perdite accumulate negli anni scorsi, dopo la crisi finanziaria scoppiata in America che si è fatta sentire  soprattutto sui comparti  piu’ esposti con i mercati azioari (mix e crescita).

Ma questo sintetico bilancio ci permette di sottolineare una delle considerazioni piu’ volte ripetute: è opportuno “misurare” l ‘investimento nel fondo nel medio lungo periodo. Stiamo infatti parlando di risparmi destinati ad alimentare la seconda gamba della nostra pensione che potremo ritirare al termine della vita professionale. Per cui sarebbe troppo facile esultare oggi dopo i positivi risultati del 2013, come era altrettanto fuorviante disperarsi ieri per i conti non troppo brillanti a causa dell’apocalisse scoppiata sui mercati di tutto il mondo.

Fatta questa premessa ricordo che, come mostra la tabella, i risultati delle nostre quattro gestioni è superiore   alla media delle gestioni equivalente nel variegato mondo dei fondi pensione negoziali ma aggiuingo anche che,  per due linee di gestione, garantito e mix è migliore anche nei confronti dei benchmark di riferimento nel piu’ ampio mondo dei fondi comuni.  Sono risultati confortanti che comunque non hanno distratto il Consiglio di Amministrazione dal compito di approfondire l’analisi della gestione finanziaria tanto che si è deciso di avviare una sua progressiva ristrutturazione. Per certi versi possiamo dire che il Fondo stia vivendo un punto di svolta per far fronte alle accresciute responsabilità nei confronti dei propri aderenti.

Il primo passo è stato quello di  decidere di non rinnovare l’incarico con una societa’ esterna e  di avvalersi, per la Funzione Finanza, della collaborazione della struttura già presente all’INPGI: questo potra’ creare opportune sinergie con l’Istituto che eroga le nostre pensioni principali e nello stesso ha già consentito un risparmio nei costi di gestione. In secondo luogo – essendo a scadenza i contratti di incarico – è stato deciso che  entro la prossima estate saranno indette le  gare per la selezione delle nuove società  a cui delegare la futura gestione finanziaria delle risorse. Sarà questo un passaggio molto importante che probabilmente sarà preceduto anche da una valutazione circa la necessita’ di mantenere in vita tutti gli attuali 4 comparti nei quali un giornalista puo’oggi  decidere, secondo la propria propensione al rischio e alle proprie personali valutazioni, dove allocare il risparmio previdenziale. Ma questa decisione potra’ essere adottata solo quando si avrà a disposizione una analisi dettagliata sulla composizione degli iscritti in base ad età, preferenze e conferimenti.  A tutt’oggi  si sa che i giornalisti che hanno aderito  sono 14.295  per 2/3 concentrati tra Milano e Roma ma  ben 3.547  non sono  versanti. E’ una  percentuale di circa il 25% e rappresenta un dato che dovrà essere attentamente approfondito.. In attesa dei dati aggiornati e precisi,  si puo’ per ora dire che, in linea di massima il “prudente” e il “mix” hanno livelli di adesione buoni  per ammontare di cumulo contributivo; mentre lo stesso è marginale per il comparto “garantito” e addirittura residuale per il comparto “crescita” con costi di gestione che pesano dunque in misura maggiore con riduzione del contenimento del rischio sia strategico che tattico. La riflessione è comunque solo iniziata e non potrà non tener conto delle dinamiche che un’anagrafe aggiornata aiuterà a considerare. Vi terremo aggiornati sui successivi sviluppi. Il prossimo appuntamento riguarderà il nuovo regolamento per le anticipazioni.