Fondo Giornalisti: Il nostro Welfare

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Giornalisti al voto dal 20 al 24 maggio, solo online:

la nostra squadra per una gestione oculata e un salvadanaio redditizio

Il Fondo pensione complementare dei giornalisti italiani è una opportunità sulla quale investire per poter costruire una “seconda gamba” previdenziale sempre più indispensabile per integrare la pensione principale.

Il Fondo va gestito in modo oculato, con buon senso e lungimiranza, in collaborazione con gli altri enti di categoria: Casagit, Fnsi, Inpgi e Ordine.

Fatti, non chiacchiere

Ci presentiamo alle elezioni (si vota dal 20 al 24 maggio, solo online su www.fondogiornalisti.it) con un’idea precisa. Gli organi del Fondo devono tutelare le posizioni di ciascun iscritto individuando le strategie d’investimento più idonee da intraprendere sul mercato, e limitando le spese di gestione com’è sempre avvenuto negli anni.

Il Fondo deve continuare a essere un salvadanaio redditizio per gli iscritti: dal 2003 ad oggi, 100 euro investiti nel comparto Prudente (ora Medio Termine) sono diventati 179,5 e sono addirittura raddoppiati arrivando a 200 se investiti nel Mix (ora Lungo Termine). Gli stessi 100 euro, se fossero stati lasciati nel Tfr in azienda, nello stesso periodo sarebbero diventati solo 152. 

Migliorare i servizi e la formazione

Per gestire bene il Fondo c’è bisogno di una struttura agile, competente, di una squadra compatta e coesa. Occorre migliorare il sito e il livello di informazione nei confronti dei giornalisti. Va sviluppata la digitalizzazione dei servizi. E occorre riprendere l’attività di formazione: i corsi, molto utili, sono stati nell’ultimo periodo in parte abbandonati.

Occorre costruire e mantenere un rapporto di relazioni positive all’interno del  consiglio d’amministrazione (gli editori, per legge, nominano metà del cda, 6 membri su 12) per il raggiungimento del comune obiettivo: la valorizzazione del Fondo che – è bene ricordarlo – amministra i risparmi dei giornalisti, non degli editori.

Aumentare gli iscritti

Il Fondo, che trae origine dal contratto del 1987 tra Fnsi e Fieg, gestisce oggi oltre 700 milioni di euro e ha poco più di 10.000 iscritti, di cui l’80% con oltre 45 anni d’età. Uno sbilanciamento anagrafico che ci impegneremo a correggere riprendendo una campagna informativa per spiegare, in particolare ai giovani colleghi, i vantaggi economici e fiscali dell’adesione a questa forma di previdenza. Per iscriversi, va ricordato, è sufficiente versare lo 0,1% della propria retribuzione contrattuale, avendo in cambio, dagli editori, l’1,25%.

Occorre aumentare il numero d’iscritti, dando la possibilità di adesione anche a tutti i giornalisti con una posizione alla Gestione separata dell’Inpgi, evitando così che i colleghi si debbano rivolgere a forme più costose di fondi pensioni e/o assicurazioni private. Inoltre, alle parti istitutive del Fondo (Fnsi e Fieg) proporremo di introdurre l’adesione contrattuale, per tutti i dipendenti, come già avviene per altre categorie di lavoratori.

Alessia Marani

Edmondo Rho

Enrico Romagnoli

Vincenzo Varagona

(candidati al consiglio d’amministrazione)

Andrea Sbardellati

(candidato al collegio dei sindaci)