ALG e FNSI: il patto di Stampa con gli elettori

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Gli impegni di Stampa Democratica

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Dal 2 al 5 dicembre prossimo ci sono le elezioni sindacali. Si vota per il rinnovo del Direttivo dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e per eleggere i delegati del XXIX Congresso Fnsi. Il costante confronto con i colleghi ci ha permesso di individuare 11 punti su cui intervenire e sui quali chiediamo la fiducia e il voto. Questo il nostro programma.

1.   Salario.  È necessario aumentare gli stipendi. Nelle redazioni si lavora di più e si guadagna di meno, per effetto di una politica di soli tagli. Occorre invece una cultura d’impresa, che faccia investimenti per rilanciare il settore. Più soldi.

2.   Inclusione e lotta al precariato. La prima libertà è la libertà dal bisogno. Invece, c’è ormai un esercito di giornalisti precari senza diritti, senza tutele e con retribuzioni indegne. Vanno combattute quelle “collaborazioni” che in realtà sono lavoro subordinato: sì alle stabilizzazioni con regolare assunzione giornalistica. Più contratti.

3.   Equo compenso. Oltre il 60% dei giornalisti è lavoratore autonomo in prevalenza a partita Iva. Questi colleghi devono poter contare su condizioni dignitose. Il Sindacato deve battersi per fissare redditi minimi garantiti, i Cdr devono avere voce in capitolo su tempestività e correttezza nei pagamenti. Più tutele.

4.   Garanzie del lavoro.  È una battaglia storica. Diciamo no alle norme che costituiscono minaccia e ricatto permanente, come quella che vieta il reintegro in caso di licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo. Più diritti.

5.   Smartworking.  Introdotto massicciamente dalla pandemia, consente un migliore bilanciamento tra vita e lavoro. Risultano pretestuosi i rifiuti in proposito da parte di alcuni editori. Tuttavia, è indispensabile che lo smartworking sia oggetto di regolamentazione, assistita e negoziata dal sindacato: per evitare discriminazioni, per affermare diritti sacrosanti e anche per risarcimento dei costi vivi supplementari. Più autonomia.  

6.   Pubblica amministrazione e Uffici stampa.  Dobbiamo ridare dignità al ruolo dei giornalisti negli Uffici stampa pubblici con l’obiettivo finale di tornare a sottoscrivere finalmente il contratto del giornalista della Pubblica amministrazione, che comprenda tutti gli istituti di categoria. Nel settore privato degli Uffici stampa, da sempre deregolamentato, bisogna combattere la precarizzazione massiccia ed estendere il più possibile le tutele di sistema. Più regolamentazione.

7.   Accesso alle fonti. L’applicazione zelante della Riforma Cartabia ha ingessato l’informazione di cronaca e inibito l’attività giornalistica, soprattutto dei cronisti. È un grave problema professionale e un vulnus al diritto dei cittadini a essere informati. Chiediamo che il Parlamento e il Governo pongano rimedio al problema. Più libertà.

8.   Gap di genere. Le radiografie sulla presenza femminile nelle redazioni confermano che, a parità di grado, le giornaliste guadagnano meno. E al tema retributivo si aggiungono quello di carriera, di ruoli e di opportunità professionali. Noi proponiamo un laboratorio regionale per rilevare le difformità tra giornalisti e giornaliste in Lombardia e per proporre soluzioni volte al superamento. Più parità. 

9.   Ordine, sindacato e giovani.  I consigli regionali dell’Ordine potranno riconoscere l’iscrizione al praticantato anche senza fare pratica per 18 mesi in un’unica testata. È un primo passo per quei giovani che fanno giornalismo sul campo, spesso troppo precari per avere un riconoscimento. L’Ordine ha bisogno urgente di una profonda riforma, che rispecchi l’ampliamento della comunicazione prodotto dalla Rete e includa in modo completo chi fa giornalismo con veridicità e correttezza su qualunque media. Il sindacato a sua volta deve includere il più possibile i giovani che fanno giornalismo sul campo, prevedendo un ingresso a step progressivi per chi non ha ancora il tesserino ma ha intrapreso il percorso per ottenerlo. Più accesso.

10.  Coordinamento degli Enti. Va adeguato il ruolo del coordinamento degli enti di categoria, soprattutto alla luce del passaggio dall’Inpgi all’Inps. Il sistema dovrà garantire maggior assistenza ai precari.  Più welfare. 

11.   Un Sindacato attivo sul territorio.  Stampa Democratica, da sempre alla guida della Lombarda, è in prima linea di fronte ai temi che contraddistinguono il buon giornalismo e la giusta organizzazione del lavoro. E con questa consapevolezza intende perseguire un ulteriore impegno: lo sviluppo di una “casa sindacale”, in grado di offrire servizi agli iscritti. Alcuni provvedimenti sono già stati varati: recupero crediti per i collaboratori a partita Iva, attivazione dello Spid, consulenze fiscali e legali, il Poliambulatorio. Altri provvedimenti sono allo studio, perché è vitale aumentare la nostra forza collettiva e diminuire i pesi individuali. Più servizi.